Politica
Sudafrica: G20, adottata dichiarazione malgrado boicottaggio Usa
Johannesburg, 24 nov. – Il vertice dei leader del Group of Twenty (G20), svoltosi a Johannesburg il 22 e 23 novembre sotto la presidenza sudafricana, si è concluso con l’adozione di una dichiarazione che invita a rafforzare il multilateralismo e a promuovere una governance globale più equa, nonostante il boicottaggio degli Stati Uniti. Lo ha reso noto il ministero sudafricano delle Relazioni internazionali e Cooperazione, confermando la piena approvazione del documento da parte dei membri presenti.
La dichiarazione finale, intitolata “G20 South Africa Summit: Leaders’ Declaration” e composta da 122 paragrafi, affronta in modo esteso le principali sfide economiche e geopolitiche del momento. Il ministro delle Relazioni internazionali, Ronald Lamola, ha definito il testo “un risultato progressivo che rivoluzionerà il modo in cui il Sud globale partecipa e opera nell’economia mondiale”, sottolineando che la presidenza africana del foro ha voluto imprimere un’impronta orientata all’inclusione e alla riforma delle istituzioni globali.
Secondo quanto riportato nel documento pubblicato sul sito del G20, i leader hanno riconosciuto l’urgenza di sostenere i Paesi in via di sviluppo nell’affrontare gli effetti dell’instabilità alimentare, del cambiamento climatico e dell’aumento del debito. La dichiarazione richiama la necessità di rafforzare la sicurezza alimentare globale, sostenere le filiere agricole locali più esposte e migliorare la resilienza agli shock dei prezzi, considerati una delle vulnerabilità più acute per numerosi Paesi del Sud del mondo. Sul fronte finanziario, il vertice conferma l’impegno a migliorare i meccanismi internazionali di gestione del debito e a promuovere un approccio più equo verso i Paesi a basso e medio reddito, riconoscendo che molte economie emergenti affrontano livelli di indebitamento che limitano investimenti pubblici essenziali.
Ampio spazio è dedicato anche alla transizione energetica. Nella dichiarazione ufficiale, i membri del G20 ribadiscono la necessità di aumentare i finanziamenti per le energie rinnovabili e per una “giusta transizione”, con particolare attenzione alle economie più esposte agli effetti della crisi climatica. Il vertice riconosce inoltre il ruolo centrale dell’Africa nelle future catene del valore dell’energia pulita, riaffermando l’importanza di sostenere investimenti in infrastrutture verdi e tecnologie a basse emissioni.
La presidenza sudafricana ha messo al centro anche il tema della riforma delle istituzioni multilaterali, sostenendo che la governance globale deve riflettere meglio la composizione del mondo contemporaneo e garantire una rappresentanza più adeguata al Sud globale. La dichiarazione finale insiste sulla necessità di rafforzare il multilateralismo in un contesto segnato da crescenti tensioni geopolitiche, affermando che “il mondo affronta sfide complesse che richiedono risposte collettive e coordinate”.
Gli Stati Uniti, che avevano annunciato di non partecipare al vertice, hanno reso noto che non riconosceranno alcun documento presentato come consenso del G20 senza il loro esplicito assenso. Secondo la South African G20 sous-sherpa Xolisa Mabhongo — il vice-rappresentante del presidente incaricato di coordinare i lavori tecnici del vertice — Washington aveva inviato una comunicazione ufficiale chiedendo che le conclusioni fossero ridotte a un semplice “chair’s statement”, vale a dire un documento redatto esclusivamente dal Paese che presiede il summit quando non esiste un consenso unanime tra i membri e che, a differenza di una dichiarazione finale, non riflette una posizione collettiva del G20. Il portavoce del ministero sudafricano, Chrispin Phiri, ha replicato che l’assenza degli Stati Uniti “non conferisce loro alcun potere sulle conclusioni del G20”, aggiungendo che Pretoria “non si farà intimidire” e che la “coercizione per assenza” non può essere riconosciuta come strumento negoziale.
Nel corso della conferenza stampa finale, il portavoce della presidenza sudafricana, Vincent Magwenya, ha dichiarato che “il semplice fatto che abbiamo una dichiarazione concordata dimostra che il mondo abbraccia il multilateralismo, la cooperazione e la collaborazione”, mentre Lamola ha definito l’esito del vertice come una conferma del ruolo crescente del continente africano nelle dinamiche globali.
Secondo l’esperto Frank Lekaba della Wits School of Governance, citato dall'agenzia di stampa Xinhua, l’adozione della dichiarazione rappresenta “una vittoria per l’Africa” e “ribadisce la centralità del G20 e della presidenza sudafricana”. Il Sudafrica, primo Paese del continente a guidare il gruppo, ha assunto la presidenza il 1° dicembre 2024.
La tensione diplomatica tra Pretoria e Washington si è riaccesa anche in vista del passaggio di consegne della presidenza del G20, previsto per il 1° dicembre 2025, quando gli Stati Uniti dovrebbero assumere la guida del foro. La Casa Bianca ha comunicato che alla cerimonia interverrà solo un inviato, ma Magwenya ha dichiarato che il presidente Cyril Ramaphosa “non consegnerà la presidenza a un funzionario di basso livello”, giudicando la scelta americana “una violazione del protocollo”. Lamola ha aggiunto che gli Stati Uniti dovranno ritirare la presidenza “direttamente dagli uffici del ministero”, affermando che “nessuno ruberà la scena: il continente africano ha dimostrato la propria centralità”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Africa: Zaurrini, il Piano Mattei è una strategia concreta
Roma, 12 nov. – “All’inizio tutti ci eravamo immaginati il Piano Mattei come un programma che desse soldi per lavorare con l’Africa, in stile cooperazione ma pensato per i privati. Invece non è così”. Con queste parole Massimo Zaurrini, direttore responsabile di InfoAfrica e Africa e Affari, ha aperto ieri a Milano l'incontro “Piano Mattei: istruzioni per l'uso” dedicato a fare il punto su due anni dell'iniziativa italiana. “Oggi - ha spiegato - il piano non è un semplice strumento di finanziamento, ma un ecosistema, una strategia che crea le condizioni perché imprese, istituzioni e governi possano lavorare insieme con il continente africano”.
Zaurrini ha sottolineato come il progetto, ancora in costruzione, abbia però già prodotto risultati concreti: “È cambiata la narrazione dell’Africa in Italia. Dodici anni fa, quando iniziavamo a parlarne, venivano due persone ai nostri eventi. Oggi abbiamo sale piene con centinaia di iscrizioni”. Un segnale, per il giornalista, che il Piano Mattei ha riportato il continente al centro del dibattito economico e politico nazionale.
In origine, ha ricordato Zaurrini, l’iniziativa era legata alla retorica dell’“aiutiamoli a casa loro”, vista come risposta ai flussi migratori. “Oggi, invece, il tema immigrazione è quasi scomparso dai discorsi ufficiali – ha osservato -. L’approccio si è spostato sulla cooperazione economica, sugli investimenti e sulle competenze”.
Per il direttore di Africa e Affari, la vera novità è che il Piano Mattei “ha restituito all’Italia una politica estera”. Dopo decenni di assenza, il Paese torna a giocare un ruolo riconosciuto anche fuori dall’Europa. “La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è diventata un ponte tra Nord e Sud del mondo, interlocutrice tanto per Bruxelles quanto per i governi africani”, ha detto Zaurrini.
Il confronto con il Global Gateway dell’Unione Europea, dotato di 150 miliardi di euro sulla carta, è inevitabile. “Nonostante la differenza di fondi - ha osservato -, il Piano Mattei si è mosso più rapidamente e ha già superato la fase teorica. Alcune risorse europee stanno addirittura transitando attraverso i suoi canali operativi”.
Zaurrini ha concluso sottolineando che “da scatola vuota il Piano Mattei sta diventando una strategia concreta, con 14 Paesi coinvolti e una rete di strumenti finanziari - da Sace a Simest, da Cdp alla cooperazione - che lavora in sinergia. Non è perfetto, ma è il primo vero tentativo, dopo trent’anni, di costruire una politica estera italiana coerente verso l’Africa”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Mediterraneo: Napoli capitale della pace grazie ai Med Dialogues
Napoli, 16 ott. – “Napoli è in questi giorni la capitale della pace nel Mediterraneo”: con queste parole evocative il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha detto in occasione dell’apertura dell'undicesima edizione dei "Dialoghi Mediterranei" (Med Dialogues). L'evento, promosso dal ministero italiano degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Isci) al Palazzo Reale di Napoli per celebrare i 2500 anni della città, vede la partecipazione straordinaria dei ministri degli Esteri di Israele e Palestina.
"La presenza qui nello stesso palazzo del ministro degli Esteri di Israele e di quello della Palestina significa che qualcosa sta cambiando sul serio," ha dichiarato Tajani a margine dell'apertura, sottolineando che l'incontro serve a "rinforzare questo cessate il fuoco" raggiunto nei giorni scorsi a Gaza.
La conferenza è stata inaugurata dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha sottolineato come gli ultimi due anni di guerra abbiano tradito l'ideale di un "mare di prossimità", ma ha aggiunto che oggi "vediamo finalmente riaccendersi la speranza". Mattarella ha sollecitato l'impegno di tutti gli attori regionali per "rendere solido questo primo passo di responsabilità".
Da parte sua, Tajani ha ribadito l'azione diplomatica italiana, che mira a fare del Mediterraneo non più un "mare di sofferenza" e ha annunciato il prossimo invio di 100 tonnellate di beni alimentari e l'accoglienza di 150 studenti nell'ambito del corridoio universitario Italia-Gaza.
Il ministro ha sottolineato la centralità dell'Africa nella strategia italiana, insistendo sulla necessità di un partenariato paritario e annunciando un prossimo viaggio istituzionale in Niger, Senegal e Mauritania.
Al termine dell’evento sarà diffusa poi una Dichiarazione di Napoli, in cui si afferma che "la stabilità e la prosperità dell’area passano anche attraverso una rinnovata cooperazione economica”, sottolineando la responsabilità storica dei popoli del Mediterraneo di costruire un futuro di pacifica coesistenza sulle fondamenta gettate dal Piano del Presidente Trump. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Africa: report Aics, il continente ancora in cima alle priorità
Roma, 16 ott. – Anche nel 2024 l'Africa è stata la principale priorità geografica della cooperazione allo sviluppo, in linea con lo spirito del Piano Mattei. È quanto emerge dalle parole di Marco Riccardo Rusconi, direttore dell'Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), nell'introduzione al rapporto 2024 sulle attività dell'agenzia, pubblicato questa settimana.
Dichiarazioni che trovano riscontro nei numeri messi nero su bianco nel report: il nuovo Documento Triennale di Programmazione e Indirizzo 2024-2026 identifica infatti 23 Paesi africani tra i 38 prioritari della cooperazione italiana, e all'Africa è stato destinato oltre un terzo dei 668 milioni di euro erogati globalmente nel 2024 dall'Aics. Da Dakar a Maputo l'agenzia vanta ora dieci sedi operative in Africa, con l'obiettivo di costruire collaborazioni alla pari e reciprocamente vantaggiose per promuovere crescita sostenibile, sicurezza e occupazione locale.
L'avvio del Piano Mattei, lanciato nel 2024 dal governo italiano, "ha segnato un'accelerazione senza precedenti dell'impegno nel continente africano" ha affermato Rusconi. "Abbiamo aperto due nuove sedi, a Kampala e Abidjan, rafforzato quelle esistenti e lanciato strumenti innovativi dal forte impatto". Il direttore di Aics ha evidenziato in particolare il lancio di un finanziamento straordinario da 30 milioni di euro destinato unicamente alla Costa d'Avorio. Un intervento localizzato e di breve durata (è terminato a inizio 2025) volto a massimizzare l'impatto sul campo.
Secondo il vice ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli: "L'Italia vuole essere protagonista di un nuovo approccio allo sviluppo, fondato su una cooperazione autentica, paritaria e orientata ai risultati". Nel 2024, si legge nel rapporto, l'Aics ha intensificato i progetti bilaterali nei settori della salute, sicurezza alimentare, digitale, formazione professionale e sviluppo urbano sostenibile, anche nell'ottica di contrastare le cause profonde dei flussi migratori irregolari.
Il rapporto annuale mette in luce l'efficacia di alcuni progetti ad alta rilevanza, come Wedp che in Etiopia ha fornito accesso al credito e formazione a decine di migliaia di donne imprenditrici. In Niger, il progetto Pamirta sta invece combattendo la povertà rurale attraverso la realizzazione di infrastrutture vitali per l'accesso ai mercati agricoli, mentre in Egitto l'iniziativa Sawa garantisce servizi sanitari e educativi essenziali alle comunità migranti. L'impegno dell'Aics si estende anche alla resilienza agricola con programmi come Tanit in Tunisia e il sostegno alle industrie del caffè in Mozambico, dimostrando che l'azione italiana non è solo aiuto, ma un partenariato strategico che punta allo sviluppo economico sostenibile del continente. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Etiopia: decine capi Stato attesi all'Africa Climate Summit
Addis Abeba, 31 lug. – Sono attesi oltre 45 capi di Stato e di governo africani alla Seconda edizione dell’Africa Climate Summit (ACS2), in programma dall’8 al 10 settembre ad Addis Abeba, in Etiopia. L’evento, considerato un momento chiave per il ruolo dell’Africa nella governance climatica globale, è organizzato congiuntamente dal governo etiope e dalla Commissione dell’Unione Africana (Auc).
Il vertice si svolgerà sul tema “Accelerare le soluzioni climatiche globali: finanziamenti per lo sviluppo resiliente e verde dell’Africa”, e riunirà responsabili politici, esperti tecnici, rappresentanti della società civile e partner internazionali. Secondo la ministra etiope per la Pianificazione e lo sviluppo, Fitsum Assefa, l’ACS2 “offrirà una piattaforma per esprimere le priorità climatiche africane e generare risultati concreti”. Il summit, ha spiegato ripresa dai media locali, servirà a costruire alleanze e a trasformare le ambizioni in azione concreta, “alle nostre condizioni”.
L’iniziativa fa seguito al primo vertice svoltosi a Nairobi nel 2023 e punta a consolidare la posizione del continente come attore propositivo nei negoziati climatici globali. Il programma prevede sessioni plenarie di alto livello, tavole rotonde ministeriali, forum giovanili e padiglioni regionali focalizzati su innovazioni africane nel settore energetico, agroalimentare e delle infrastrutture sostenibili.
L’incontro arriva in un momento strategico, tra il G20, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la prossima COP30. “L’ACS2 rappresenta un momento cruciale per dimostrare la leadership africana nelle azioni per il clima e presentare il continente come fornitore di soluzioni”, ha dichiarato Moses Vilakati, commissario Auc per l’Agricoltura e l’Ambiente sostenibile. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Etiopia: Meloni ad Addis, in agenda c'è anche tanto Piano Mattei
Addis Abeba, 28 lug. – La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta ad Addis Abeba per una visita di due giorni, dal 27 al 28 luglio 2025, che riafferma la centralità dell'Etiopia come partner strategico per l'Italia nel Corno d'Africa. Accolta dal Primo Ministro etiope Abiy Ahmed , la missione si muove su un doppio binario: da un lato, la partecipazione di alto profilo al terzo Vertice Onu sui Sistemi alimentari ; dall'altro, l'approfondimento di una cooperazione bilaterale che trova nel Piano Mattei la sua massima espressione. Questa seconda visita della premier in Etiopia, dopo quella dell'aprile 2023, è infatti l'occasione per consolidare i legami e verificare lo stato di avanzamento di progetti chiave.
Ufficialmente, il fulcro della visita è la co-presidenza, insieme ad Abiy e alla Vicesegretaria generale dell'Onu Amina Mohammed, del Vertice sui Sistemi alimentari. Un appuntamento che vedrà la partecipazione di Capi di Stato, organismi internazionali e settore privato per accelerare gli investimenti verso sistemi alimentari resilienti e sostenibili. La presenza di una delegazione italiana che include anche il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e il Viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, sottolinea l'impegno del governo su questo dossier globale.
Tuttavia, è l'implementazione del Piano Mattei a rappresentare il cuore pulsante della missione. L'Etiopia è uno dei partner principali di questa iniziativa, con interventi che già mostrano risultati concreti. Un esempio tangibile si trova nella regione dell’Oromia, dove Meloni e Abiy faranno tappa a Jimma. Qui, il piano ha finanziato la riqualificazione di edifici storici e infrastrutture e il risanamento ambientale del Lago Boye. Questo progetto non è solo ambientale, ma mira a creare un polo turistico legato alla storica tradizione del caffè e ha già generato un indotto occupazionale per 3.500 giovani in un'area segnata da un'alta disoccupazione giovanile.
L'impegno italiano si estende anche al settore agricolo, con un'iniziativa specifica per rafforzare la resilienza climatica della filiera del caffè, di vitale importanza per l'economia etiope in termini di Pil, export e occupazione. Parallelamente, nel settore sanitario, il Piano Mattei sta supportando il ripristino e il potenziamento dei servizi nella regione del Tigray, teatro del recente conflitto, con un focus sulla salute materno-infantile e sulla formazione medica. Anche il campo della formazione è strategico, con il sostegno all'Università di Addis Abeba per la sua riforma e il potenziamento di incubatori per start-up nella capitale. A suggello di questa visione a lungo termine, durante la visita sarà adottato un nuovo programma triennale di cooperazione allo sviluppo per il periodo 2026-2028.
L'agenda della Presidente del Consiglio riflette questa densità di impegni. Il primo incontro è stato con una rappresentanza di operatori religiosi italiani, la cui capillare attività umanitaria costituisce da anni un punto di riferimento della presenza italiana nel Paese. Sono seguiti il bilaterale con il Primo Ministro Abiy e un incontro con il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Mohamoud Ali Youssouf. La prima giornata si è poi conclusa con una cena offerta da Abiy Ahmed ai capi delegazione presenti per il vertice.
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Ghana: mille borse di studio per i giovani Ecowas
Accra, 24 apr. – Il presidente del Ghana, John Dramani Mahama, ha annunciato che il Paese offrirà mille borse di studio agli studenti universitari provenienti da tutta la sottoregione della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas), nell'ambito degli sforzi volti a rafforzare i legami regionali attraverso l'istruzione e la condivisione di esperienze.
Lo riportano i giornali ghanesi, che citano un discorso di Mahama durante le celebrazioni per il 50esimo anniversario dell'Ecowas: "Per celebrare questo momento e rafforzare i legami regionali, il Ghana offre mille borse di studio a studenti universitari provenienti da tutta la sottoregione dell'Ecowas per studiare nelle nostre università".
Secondo Mahama, l'iniziativa rappresenta un passo concreto verso la costruzione dell'unità tra i giovani dell'Africa occidentale: "Questo non è solo un gesto. È un ponte verso un futuro in cui i nostri giovani cresceranno vedendosi non come stranieri, ma come partner". Mahama ha sottolineato che la diplomazia non dovrebbe limitarsi alla risoluzione delle controversie, ma deve anche includere la creazione di condizioni per la pace, l'inclusione e il progresso, ragion per cui ha auspicato maggiori investimenti nei giovani e nell'istruzione come mezzo per rafforzare i legami regionali.
"Il nostro impegno per l'integrazione attraverso la diplomazia deve estendersi agli ambiti economico, sociale e culturale. Che si tratti di armonizzare i negoziati commerciali o di promuovere la cooperazione in materia di istruzione e sanità, i nostri strumenti diplomatici devono sempre essere al servizio del nostro popolo", ha detto Mahama, spiegando che il programma di borse di studio sarà implementato in collaborazione con le università pubbliche del Ghana e coordinato dal ministero degli Affari esteri e dell'integrazione regionale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Sud Sudan: tagli aiuti Usa, otto morti per colera
Juba, 10 apr. – Otto persone, tra cui cinque bambini, sono morte in Sud Sudan a causa del colera dopo che i tagli agli aiuti statunitensi hanno portato alla chiusura di strutture sanitarie locali lasciando la popolazione senza assistenza. Lo ha reso noto l'organizzazione benefica Save the Children in una nota rilanciata dall'agenzia di stampa Reuters. I decessi, avvenuti il mese scorso, sono tra i primi ad essere attribuiti direttamente ai tagli imposti dall'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva motivato la sua decisione con la necessità di allineare le sovvenzioni al suo programma "America First".
"Ci dovrebbe essere un'indignazione morale a livello mondiale per il fatto che le decisioni prese da persone potenti in altri Paesi abbiano portato alla morte di bambini nel giro di poche settimane", ha dichiarato Christopher Nyamandi, direttore nazionale di Save the Children in Sud Sudan.
Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di non avere informazioni sui decessi riportati da Save the Children. Un portavoce ha affermato che molti programmi del governo statunitense che forniscono aiuti salvavita in Sud Sudan sono rimasti attivi, ma che il sostegno ai servizi medici è stato utilizzato anche per arricchire i leader del Paese. "Finché i programmi di emergenza per salvare vite umane continueranno, non chiederemo, in coscienza, ai contribuenti americani di fornire un'assistenza che di fatto sovvenzioni il comportamento irresponsabile e corrotto dei leader politici del Sud Sudan", ha affermato il portavoce.
Save the Children ha supportato 27 strutture sanitarie nello Stato di Jonglei, nel Sudan del Sud orientale, fino all'inizio di quest'anno, quando i tagli degli Stati Uniti hanno costretto sette alla chiusura completa e altre 20 alla chiusura parziale.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, da ottobre sono stati registrati più di 22.000 casi di colera, con centinaia di morti. Oltre un terzo dei circa 12 milioni di abitanti del Sud Sudan sono sfollati a causa di conflitti o calamità naturali, e le Nazioni Unite avvertono che il paese potrebbe essere sull'orlo di una nuova guerra civile. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Sudafrica: obiettivo più spazio a bambini in politiche pubbliche
Johannesburg, 08 apr. – Al termine del Africa Children’s Summit, durato tre giorni e conclusosi ieri a Johannesburg, il Sudafrica ha annunciato l’intenzione di utilizzare la sua futura presidenza del G20 per promuovere a livello globale il coinvolgimento attivo dei bambini nei processi decisionali su questioni che riguardano i loro diritti e il loro futuro. Lo ha dichiarato il vice ministro dello Sviluppo sociale, Ganief Hendricks, sottolineando che la partecipazione dei bambini è essenziale per la definizione di politiche efficaci e inclusive.
Hendricks, ripreso dai media locali, ha richiamato l’importanza di includere le voci dei minori nei principali quadri globali, come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l’Agenda 2063 dell’Unione Africana. “Occorre fare di più per garantire che entro il 2040 le opinioni dei bambini siano ascoltate e integrate nei processi legislativi e di elaborazione delle politiche che li riguardano direttamente”, ha affermato, auspicando un loro coinvolgimento anche nel monitoraggio dell’attuazione di tali politiche.
L'Africa Children’s Summit 2025, evento a guida infantile promosso dal governo sudafricano, ha riunito a Johannesburg delegazioni di giovani da 13 Paesi africani, con ulteriori partecipazioni virtuali, per discutere temi legati ai diritti e al benessere dell’infanzia nel continente.
Nel suo intervento, Hendricks ha riconosciuto che, sebbene alcuni Stati abbiano compiuto passi avanti per coinvolgere i bambini nei processi decisionali, molto resta ancora da fare per garantire una partecipazione reale e strutturata. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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Giordania: cooperazione, Ue approva pacchetto da 500 milioni
Amman, 02 apr. – La Giordania ha accolto con favore l'approvazione da parte del Parlamento europeo, ieri, di un pacchetto di Assistenza macro-finanziaria (Mfa) da 500 milioni di euro per il Paese.
Sufian Qudah, portavoce del ministero degli Esteri, ha rilasciato una dichiarazione ripresa ieri dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo cui il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto di aiuti con 571 voti a favore. Ha inoltre sottolineato che la Commissione europea proporrà presto un ulteriore pacchetto da 500 milioni di euro per la Giordania.
Qudah ha espresso l'apprezzamento della Giordania per il sostegno dell'Unione Europea, sottolineando che ciò rafforza il partenariato strategico tra le due parti e riconosce il ruolo della Giordania nella promozione della pace e della stabilità nella regione, secondo una dichiarazione del ministero.
A gennaio, la Giordania e l'Unione Europea hanno firmato l'Accordo di Partenariato Strategico Globale, in base al quale la Giordania riceverà un pacchetto di aiuti finanziari per un totale di circa 3 miliardi di euro per il periodo 2025-2027. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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