Senza categoria
Rep Congo: rafforzata sicurezza elettronica nel principale porto
Brazzaville, 10 feb. – Il porto autonomo di Pointe-Noire, in Repubblica del Congo, e la Direzione generale della marina mercantile (Digemar) hanno firmato accordi con l'Agenzia per la regolamentazione delle poste e delle comunicazioni elettroniche (Arpce) per rafforzare la sorveglianza e il controllo delle comunicazioni elettroniche nell'area portuale e nelle acque marittime congolesi. Tali accordi mirano a garantire una gestione ottimale delle apparecchiature di comunicazione marittima e ad assicurarne la conformità agli standard internazionali vigenti.
Secondo Christian Armel Nkou, Direttore generale della Marina mercantile, questi accordi sono il culmine di un progetto avviato nel 2014. Hanno anche l’obiettivo di combattere la criminalità informatica, gli attacchi informatici e altre potenziali minacce nelle acque marittime congolesi.
Il primo protocollo mira a migliorare il monitoraggio delle infrastrutture portuali. Il secondo consentirà l'implementazione di un sistema avanzato di monitoraggio delle navi e di condivisione delle informazioni in tempo reale, rafforzando così la sicurezza e l'efficienza delle operazioni marittime. Tale collaborazione comprende in particolare la verifica delle stazioni radio, l'ispezione dei sistemi e delle apparecchiature di comunicazione marittima nonché, se necessario, l'istituzione di un sistema di allerta rapido.
Con oltre 1000 navi accolte ogni anno, porto autonomo di Pointe Noire è il principale porto in acque profonde della sotto-regione. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Zambia: tagli fondi Usa, Lusaka assicura farmaci contro HIV
Lusaka, 07 feb. – Il governo dello Zambia ha garantito la stabilità nella fornitura di farmaci salvavita contro l’Hiv, nonostante la decisione degli Stati Uniti di sospendere il sostegno a programmi di sviluppo internazionale, tra cui quelli destinati al Paese dell'Africa meridionale.
L’Agenzia per i Medicinali e le Forniture Mediche dello Zambia (Zambia Medicines and Medical Supplies Agency), responsabile dell’approvvigionamento e della distribuzione di medicinali, ha confermato che le scorte di farmaci antiretrovirali (Arv) sono sufficienti per soddisfare le esigenze di tutti i pazienti a livello nazionale.
“Non c’è motivo di preoccupazione, la continuità della fornitura è garantita. Al momento, il nostro stock di Arv è sufficiente fino a giugno 2025”, ha dichiarato in un comunicato Bradley Chingobe, responsabile della comunicazione dell’agenzia.
Secondo Chingobe, il magazzino centrale e i sette hub regionali dispongono di scorte adeguate per garantire la disponibilità dei trattamenti di prima, seconda e terza linea per tutti i pazienti che necessitano della terapia. Ha inoltre ribadito l’impegno dell’agenzia a mantenere attivo il proprio sistema di distribuzione su scala nazionale, che copre oltre 3.500 strutture sanitarie.
Il governo statunitense ha annunciato il 20 gennaio una sospensione di 90 giorni dei finanziamenti destinati ai programmi di sviluppo internazionale, includendo anche gli aiuti allo Zambia.
Secondo il ministero della Salute dello Zambia, al 30 settembre 2023, il Paese contava circa 1,5 milioni di persone sieropositive, di cui quasi 1,3 milioni in terapia antiretrovirale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Nigeria: sanità, pioggia di fondi
Abuja, 06 feb. – Il governo nigeriano ha approvato lo stanziamento di 1,07 miliardi di dollari per le riforme del settore sanitario nell'ambito del programma Human capital opportunities for prosperity and equity (Hope). Lo riportano i media nigeriani, che citano il ministro delle Finanze Wale Edun, intervenuto nei giorni scorsi ad una conferenza stampa alla State house dopo la riunione di gabinetto.
Il governo ha anche approvato uno stanziamento di 4,8 miliardi di naira (3,2 milioni di dollari) per la lotta all'Hiv e accettato da parte dell'Associazione internazionale per lo sviluppo (Ida) due prestiti agevolati da 500 milioni di dollari ciascuno. Sono anche stati approvati 70 milioni di dollari di finanziamenti a fondo perduto ricevuti da altri organismi internazionali.
"I fondi saranno destinati a migliorare la governance dell'assistenza sanitaria e a potenziare i servizi sanitari primari a livello nazionale”, ha detto il ministro, spiegando che i vari finanziamenti sosterranno “il reclutamento, la formazione e il mantenimento degli operatori sanitari e degli insegnanti a livello nazionale”. 500 milioni di dollari sono stati destinati ad ampliare la qualità, l'utilizzo e la resilienza del sistema sanitario primario, compresi i servizi di emergenza sanitaria materna e infantile. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Uganda: la scienza contro Ebola, ecco il vaccino sperimentale
Kampala, 05 feb. – Meno di una settimana dopo la dichiarazione ufficiale di epidemia è stata avviata una sperimentazione di un vaccino contro l'Ebola in Uganda, tempistiche che ieri sono state definite “un record” dal direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.
"Questa sperimentazione sul vaccino è stata avviata in tempi record, garantendo al contempo il pieno rispetto dei requisiti normativi ed etici nazionali e internazionali" ha scritto su X il direttore dell'Oms, aggiungendo che la sperimentazione si rivolge in questa prima fase "ai contatti delle persone affette dalla malattia e ai contatti di tali contatti".
Ghebreyesus ha spiegato che si tratta di un "primo esperimento, volto a valutare l'efficacia clinica di un vaccino contro la malattia da virus Ebola-Sudan", esperimento che comunque “dimostra l'importanza di investire nella ricerca e nello sviluppo di vaccini e trattamenti, nella preparazione alla risposta alle epidemie e nelle partnership".
Il farmaco è fornito alle autorità sanitarie ugandesi da Iavi, un'organizzazione di ricerca scientifica senza scopo di lucro, come parte di una sperimentazione di vaccinazione ad anello guidata dall'Oms che si sta svolgendo presso il Makerere university lung institute di Kampala: per l'amministratore delegato di Iavi Mark Feinberg si tratta di “un passo importante verso la valutazione del potenziale del vaccino Iavi per proteggere gli individui esposti dall'infezione da Ebola Sudan e per dimostrare il suo valore come nuovo strumento sicuro, efficace e accessibile da includere nelle risposte complete alle epidemie in futuro”. Secondo la stessa Iavi, uno studio pubblicato di recente sul New England journal of medicine conferma l'elevata efficacia della vaccinazione ad anello nel contenere le epidemie di Ebola nella Repubblica democratica del Congo mentre, relativamente al farmaco in questione, Iavi sostiene utilizzi la stessa piattaforma di vettori virali ricombinanti del virus della stomatite vescicolare (rVSV) del vaccino contro l'Ebola Sudan denominato Ervebo, autorizzato in oltre dieci paesi.
Il 30 gennaio, le autorità ugandesi hanno dichiarato ufficialmente un'epidemia di Ebola, febbre emorragica virale spesso mortale, nella capitale Kampala, dove il virus ha causato la morte di un'infermiera di 32 anni che lavorava al Mulago national hospital. Da quel momento, l'Oms ha inviato in Uganda diversi esperti e personale sanitario e ha annunciato che stanzierà un milione di dollari per "sostenere il governo in una risposta globale per controllare l'epidemia".
Attualmente non esiste un vaccino contro il virus Ebola-Sudan, che si trasmette tra gli esseri umani attraverso i fluidi corporei. I sintomi principali sono febbre, vomito, emorragia e diarrea. Le persone infette diventano contagiose dopo la comparsa dei sintomi, con un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni.
La peggiore epidemia di Ebola della storia ha colpito l'Africa occidentale tra il 2013 e il 2016, uccidendo più di 11.300 persone su quasi 29.000 casi registrati, principalmente in Liberia, Sierra Leone e Guinea. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Namibia: Aids, cure a rischio con tagli programmi Usa
Windhoek, 04 feb. – La decisione del presidente statunitense Donald Trump di sospendere per tre mesi gli aiuti esteri sta destando forte preoccupazione in Namibia, dove i programmi contro l'Hiv-Aids dipendono in larga parte dai finanziamenti del President's Emergency Plan for Aids Relief (Pepfar). Il ministero della Salute e dei Servizi Sociali ha evidenziato che Pepfar sostiene iniziative fondamentali come la distribuzione di preservativi, la circoncisione maschile volontaria e il supporto alle giovani donne per la prevenzione del virus. "Il 70% della risposta all'Hiv è finanziato dal governo namibiano, ma ogni contributo conta", ha dichiarato il direttore esecutivo del ministero, Ben Nangombe.
Anche le organizzazioni della società civile temono un impatto devastante. Jennifer Gatsi-Mallet, fondatrice del Tuyakula Group, ha avvertito che l'interruzione dei fondi "sarebbe un disastro", rischiando di compromettere i progressi fatti nella riduzione delle infezioni e delle trasmissioni materno-infantili.
Gli effetti della sospensione si estenderebbero oltre il settore sanitario. Il ministero dell'Ambiente ha segnalato un impatto negativo sulla lotta al cambiamento climatico, aggravato dall'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi. "Senza il contributo statunitense, raggiungere gli obiettivi climatici sarà ancora più difficile", ha affermato il portavoce Romeo Muyunda.
L'analista internazionale Marius Kudumo ha sottolineato che la politica isolazionista di Trump rappresenta una minaccia per la cooperazione globale. "Sfide come il cambiamento climatico e le pandemie richiedono risposte collettive. La posizione degli Stati Uniti è pericolosa", ha dichiarato.
Nonostante le difficoltà, il governo namibiano assicura il proprio impegno nel mantenere gli interventi sanitari essenziali, mentre cerca soluzioni alternative per compensare il vuoto lasciato dal blocco degli aiuti statunitensi. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
L'Africa al centro della riunione dei direttori Aics all’estero
Roma, 19 dic. – Il 2024 di Aics, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, ha visto "il lancio di numerosi progetti, l’apertura di nuove sedi in Costa d’Avorio e Uganda, nell’ambito del Piano Mattei, e di quattro nuovi uffici di progetto, in Siria, Moldova, Zambia e Indonesia". Lo sintetizza il direttore dell'Agenzia, Marco Riccardo Rusconi, in occasione della riunione dei titolari delle sedi estere Aics che si apre oggi a Roma. L'evento servirà da momento di confronto e aggiornamento sui temi della cooperazione con spazi di riflessione e dibattito sul ruolo dell’Agenzia a sul supporto al piano governativo per l'Africa.
"La riunione dei direttori permetterà di fare il punto su come prepararci agli impegni e alle sfide del 2025, valorizzando la sinergia con tutti gli attori del sistema della cooperazione italiana”, spiega il direttore di Aics. “L’evento sarà anche l’occasione, a dieci anni dalla Legge che ha istituito l’Agenzia e ne ha delineato ambiti e modalità di azione, per tracciare un primo bilancio e capire come migliorare la nostra capacità di azione sul terreno”, aggiunge Rusconi.
A pochi giorni dagli “Stati Generali della Diplomazia”, l’evento vede la partecipazione dei 20 direttori degli uffici Aics nel mondo, di cui dieci in Africa, con gli interventi del vice ministro degli Affari esteri delegato alla Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli, del direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina Stefano Gatti, del vice coordinatore della Struttura per l’Attuazione del Piano Mattei Lorenzo Ortona e del direttore della Cooperazione internazionale e Finanza per lo Sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) Paolo Lombardo.
Partecipano, inoltre, la portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale Silvia Stilli e il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo Massimo Dal Checco in rappresentanza, rispettivamente, delle organizzazioni della società civile (Aoi/Link2000/Cini) e delle imprese coinvolte nei processi di sviluppo dei Paesi partner. Spazio anche al confronto con le omologhe Agenzie europee, con l’intervento del Direttore della spagnola Fiiapp (Fondazione Internazionale e Ibero-Americana per l'Amministrazione e le Politiche Pubbliche) Francisco Tierraseca Galdón. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Mozambico: province del Nord colpite dal ciclone Chido
Maputo, 17 dic. – Dopo l'arcipelago delle Comore, il ciclone Chido ha colpito anche il Mozambico, in particolare le province settentrionali di Cabo Delgado e Nampula, causando vittime e danni significativi. Secondo la stampa locale, almeno tre persone hanno perso la vita nella città di Pemba, situata circa 40 chilometri a nord del punto in cui il ciclone ha toccato terra.
Le forti raffiche di vento, che hanno raggiunto velocità fino a 240 km/h, hanno distrutto abitazioni, scuole e strutture sanitarie, lasciando molte comunità senza accesso a servizi essenziali. Inoltre, sono stati segnalati blackout elettrici diffusi, complicando ulteriormente le operazioni di soccorso.
Le autorità locali, insieme alle organizzazioni umanitarie, stanno lavorando per fornire assistenza alle popolazioni colpite, distribuendo beni di prima necessità e cercando di ripristinare i servizi interrotti. Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse e le infrastrutture danneggiate rappresentano sfide significative per gli sforzi di soccorso.
Il governo del Mozambico ha dichiarato lo stato di emergenza nelle aree colpite e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per ottenere supporto nella gestione della crisi e nella ricostruzione post-disastro.
Il ciclone Chido ha avuto un impatto devastante anche sull'arcipelago francese di Mayotte, dove si temono centinaia di vittime. Le autorità francesi hanno descritto la situazione come "apocalittica", con intere comunità distrutte e infrastrutture gravemente danneggiate.
La stagione dei cicloni nell'Oceano Indiano sud-occidentale dura tipicamente da dicembre a marzo, e negli ultimi anni l'Africa meridionale è stata colpita da una serie di cicloni particolarmente distruttivi. Eventi come il ciclone Idai nel 2019 e il ciclone Freddy nel 2023 hanno causato migliaia di morti e danni ingenti in Mozambico e nei Paesi vicini. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata
Tunisia: Banca tedesca sviluppo dona quasi 80 mln per progetti
Tunisi, 16 dic. – La Banca tedesca per lo sviluppo (Kfw) ha concesso alla Tunisia una donazione da 78,8 milioni di euro per contribuire alla realizzazione di programmi volti a migliorare il tasso di approvvigionamento di acqua potabile nelle zone rurali, a promuovere il finanziamento di progetti di energia rinnovabile e garantire una migliore tracciabilità, efficienza e trasparenza delle finanze pubbliche.
L’accordo è stato firmato da Mohamed Ali Nafti, ministro degli Esteri, e da Andrea Hauser, membro del Comitato di Gestione della KfW. Fa parte della cooperazione bilaterale tunisino-tedesca, ha precisato un comunicato della Kfw, agisce per conto del governo federale tedesco.
Un importo da 27 milioni di euro è stato concesso alla Società nazionale per lo sfruttamento e la distribuzione dell'acqua (Sonede) per migliorare il tasso di fornitura di acqua potabile nelle zone rurali del governatorato di Beja. Integra il finanziamento iniziale che ha permesso di collegare per la prima volta nella loro vita circa 32.000 persone a una rete di approvvigionamento di acqua potabile sicura, continua e di buona qualità. Questa seconda fase collegherà circa 45.000 persone in più alla rete di approvvigionamento di acqua potabile. Oltre al contributo della cooperazione finanziaria tedesca e alla controparte dello Stato tunisino, per questo progetto è previsto un contributo dell'Unione Europea (Ue).
Per quanto riguarda il ministero dell'Agricoltura, delle Risorse Idrauliche e della Pesca, è stata messa a disposizione una donazione da 1,3 milioni di euro per finanziare studi geologici, geotecnici e ingegneristici su un sistema idrico di trasferimento dell'acqua nell'ambito del Programma to migliorare il sistema di stoccaggio, trasferimento e protezione dalle inondazioni.
Per quanto riguarda il settore finanziario, 40 milioni di euro di donazioni sono concessi al ministero delle Finanze per modernizzare la gestione delle finanze pubbliche e 10,5 milioni di euro sono concessi al ministero dell'Economia e della Pianificazione per finanziare la sua partecipazione al capitale dell'Agenzia per l’Assicurazione commerciale in Africa. Questa partecipazione consentirà alla Tunisia, tra le altre cose, di accedere alla Regional Liquidity Support Facility (Rlsf), un meccanismo di garanzia per promuovere gli investimenti nelle energie rinnovabili in Tunisia.
"Nell'ambito della cooperazione tunisino-tedesca uniamo le forze per migliorare le condizioni di vita e creare prospettive future, in particolare per le donne e i giovani", ha dichiarato l'ambasciatrice tedesca a Tunisi, Elisabeth Wolbers, citata dalla stessa fonte.
[Agenzia Infomundi – Infocoopera]
© Riproduzione riservata