Cultura e Società

Ghana: mille borse di studio per i giovani Ecowas

Accra, 24 apr. – Il presidente del Ghana, John Dramani Mahama, ha annunciato che il Paese offrirà mille borse di studio agli studenti universitari provenienti da tutta la sottoregione della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas), nell'ambito degli sforzi volti a rafforzare i legami regionali attraverso l'istruzione e la condivisione di esperienze.

Lo riportano i giornali ghanesi, che citano un discorso di Mahama durante le celebrazioni per il 50esimo anniversario dell'Ecowas: "Per celebrare questo momento e rafforzare i legami regionali, il Ghana offre mille borse di studio a studenti universitari provenienti da tutta la sottoregione dell'Ecowas per studiare nelle nostre università".

Secondo Mahama, l'iniziativa rappresenta un passo concreto verso la costruzione dell'unità tra i giovani dell'Africa occidentale: "Questo non è solo un gesto. È un ponte verso un futuro in cui i nostri giovani cresceranno vedendosi non come stranieri, ma come partner". Mahama ha sottolineato che la diplomazia non dovrebbe limitarsi alla risoluzione delle controversie, ma deve anche includere la creazione di condizioni per la pace, l'inclusione e il progresso, ragion per cui ha auspicato maggiori investimenti nei giovani e nell'istruzione come mezzo per rafforzare i legami regionali.

"Il nostro impegno per l'integrazione attraverso la diplomazia deve estendersi agli ambiti economico, sociale e culturale. Che si tratti di armonizzare i negoziati commerciali o di promuovere la cooperazione in materia di istruzione e sanità, i nostri strumenti diplomatici devono sempre essere al servizio del nostro popolo", ha detto Mahama, spiegando che il programma di borse di studio sarà implementato in collaborazione con le università pubbliche del Ghana e coordinato dal ministero degli Affari esteri e dell'integrazione regionale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Africa: associati a morte, avvoltoi tutelano la vita

Roma, 14 apr. – Spesso associati alla morte, gli avvoltoi svolgono in realtà un ruolo cruciale nella salute degli ecosistemi. È quanto sottolinea un recente rapporto dell’organizzazione BirdLife International, secondo il quale queste specie sarebbero responsabili di benefici ambientali valutati in 1,8 miliardi di dollari l’anno nell’Africa meridionale. Lo studio, condotto in Botswana, Zambia e Zimbabwe, arriva in un momento critico per la sopravvivenza di questi grandi uccelli necrofagi. Sei delle undici specie di avvoltoio presenti nel continente africano sono oggi classificate come in pericolo o in pericolo critico secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). In alcune aree, le popolazioni sono crollate fino al 90%.

Gli avvoltoi svolgono funzioni vitali per l’ambiente: rimuovono carcasse in decomposizione in poche ore, riducendo il rischio di diffusione di malattie e limitando la proliferazione di animali infestanti come ratti e cani randagi. Grazie al loro potentissimo acido gastrico, riescono a neutralizzare agenti patogeni letali per altri animali, come l’antrace e il botulismo. A tal proposito Africanwes ricorda, riportando lo studio, che oltre 50 ippopotami sono morti per sospetta intossicazione da antrace in una riserva della Repubblica Democratica del Congo.

Gli avvoltoi africani, però, sono sempre più minacciati da avvelenamenti – sia intenzionali, ad esempio da parte di bracconieri, sia accidentali – e da collisioni con linee elettriche. Inoltre, vengono uccisi per ragioni legate a credenze tradizionali: alcune parti del loro corpo, soprattutto la testa, sono utilizzate in pozioni e talismani per predire il futuro, poiché l’istinto infallibile con cui trovano le carcasse viene interpretato come potere divinatorio.

Il centro di riabilitazione Vulpro in Sudafrica, che cura e reinserisce in natura avvoltoi feriti o malati, ha finora rilasciato circa 700 esemplari, più altri 100 provenienti da programmi di allevamento in cattività. “Dal punto di vista medico, veterinario e finanziario, gli avvoltoi sono essenziali per l’ambiente”, ha dichiarato Alistair Sinclair, direttore generale di Vulpro citato da Africanews. Un loro eventuale declino comporterebbe danni sanitari e economici considerevoli, a partire da un possibile blocco all’export di carne in caso di aumento di malattie zoonotiche come l’afta epizootica, ha sottolineato.

Conservationisti come Kerri Wolter, responsabile di Vulpro, e Fadzai Matsvimbo, coordinatrice della prevenzione dell’estinzione per BirdLife, auspicano che il nuovo report aiuti a cambiare la percezione pubblica di questi animali, anche perché – sottolineano – Hollywood li ha troppo spesso rappresentati in modo sinistro e negativo. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Sudafrica: obiettivo più spazio a bambini in politiche pubbliche

Johannesburg, 08 apr. – Al termine del Africa Children’s Summit, durato tre giorni e conclusosi ieri a Johannesburg, il Sudafrica ha annunciato l’intenzione di utilizzare la sua futura presidenza del G20 per promuovere a livello globale il coinvolgimento attivo dei bambini nei processi decisionali su questioni che riguardano i loro diritti e il loro futuro. Lo ha dichiarato il vice ministro dello Sviluppo sociale, Ganief Hendricks, sottolineando che la partecipazione dei bambini è essenziale per la definizione di politiche efficaci e inclusive.

Hendricks, ripreso dai media locali, ha richiamato l’importanza di includere le voci dei minori nei principali quadri globali, come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l’Agenda 2063 dell’Unione Africana. “Occorre fare di più per garantire che entro il 2040 le opinioni dei bambini siano ascoltate e integrate nei processi legislativi e di elaborazione delle politiche che li riguardano direttamente”, ha affermato, auspicando un loro coinvolgimento anche nel monitoraggio dell’attuazione di tali politiche.

L'Africa Children’s Summit 2025, evento a guida infantile promosso dal governo sudafricano, ha riunito a Johannesburg delegazioni di giovani da 13 Paesi africani, con ulteriori partecipazioni virtuali, per discutere temi legati ai diritti e al benessere dell’infanzia nel continente.

Nel suo intervento, Hendricks ha riconosciuto che, sebbene alcuni Stati abbiano compiuto passi avanti per coinvolgere i bambini nei processi decisionali, molto resta ancora da fare per garantire una partecipazione reale e strutturata. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Africa: nasce il podcast sulla salute pubblica africana

Addis Abeba, 24 mar. – Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc) ha lanciato il “Africa Public Health Podcast”, una nuova piattaforma pensata per dare voce agli esperti africani, promuovere l’informazione scientifica e combattere la disinformazione in materia di salute pubblica.

“Crediamo nel potere del racconto per ispirare fiducia e promuovere l’azione”, ha dichiarato Margaret Muigai-Edwin, direttrice della Comunicazione e dell’Informazione pubblica di Africa Cdc citata dall'agenzia Ena. “Questo podcast offre all’Africa il proprio microfono, uno spazio dove esperti, operatori sanitari in prima linea e comunità possono definire la narrazione sulla salute pubblica nel continente”.

Il podcast propone interviste con esperti, testimonianze dal campo e soluzioni guidate dalle comunità, mettendo in luce le strategie africane per la sicurezza sanitaria e l’innovazione. I temi trattati spaziano dalla genomica dei patogeni alla preparazione alle pandemie, dalla sanità digitale al coinvolgimento comunitario, fino alla formazione e al rafforzamento delle capacità locali.

L’episodio inaugurale, intitolato “The Power of Genomics in Disease Control”, vede protagonista Sofonias Tessema, responsabile del programma di genomica dei patogeni presso Africa Cdc, intervistato dalla conduttrice Andisiwe Michelle May. L’episodio esplora il ruolo delle tecnologie genomiche nella rilevazione delle epidemie, con esempi concreti di sequenziamento virale in oltre 40 Paesi africani e l’uso dell’intelligenza artificiale per monitorare malattie come malaria, Ebola e colera.

“Vogliamo rendere comprensibili temi complessi di salute pubblica e avvicinarli alla vita quotidiana delle persone”, ha aggiunto Muigai-Edwin. “Questo podcast è parte del nostro impegno più ampio a costruire un continente informato e consapevole sul piano sanitario”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Nord Africa: salesiani, una formazione in linea col Piano Mattei

Tunisi, 21 mar. – Educazione umana e professionale dei giovani, soprattutto dei più bisognosi: questo è il carisma dei salesiani, che da sempre seguono questo metodo educativo ispirato all’insegnamento del loro fondatore, san Giovanni Bosco. Un metodo che si basa sulla logica e sul dialogo, coinvolgendo i giovani in un percorso di crescita. Un cammino che, nel corso dei decenni, ha permesso il riscatto di migliaia di giovani in Italia e in numerosi Paesi dove i salesiani hanno avviato le loro missioni. Questo patrimonio di conoscenze si rivela oggi prezioso anche nell’ambito del Piano Mattei, promosso dal governo italiano per rafforzare la cooperazione economica tra l'Italia e i Paesi africani.

“Una delle preoccupazioni di don Bosco - spiega don Domenico Paternò, superiore della Circoscrizione salesiana che comprende Algeria, Marocco e Tunisia - è sempre stata quella di offrire ai giovani la possibilità di lavorare onestamente e dignitosamente. Formare i giovani a un lavoro corretto, ben fatto e che permetta loro di costruire una vita dignitosa e inserirsi nella società è da sempre al centro dell’azione dei Salesiani. Lo facciamo in Italia, ma anche in 40 Paesi dell'Africa. La nostra è dunque una presenza significativa nel settore della formazione”.

I Figli di don Bosco hanno quindi messo a disposizione del Piano Mattei tutta la loro esperienza. Nei protocolli firmati dall’Italia con Tunisia e Marocco nell’ambito del Piano Mattei è previsto che, per poter lavorare nelle aziende italiane, i giovani africani acquisiscano un livello di italiano A1, conoscano le norme italiane sulla sicurezza sul lavoro e abbiano una preparazione tecnica di base relativa ai mestieri che andranno a svolgere. A Tunisi i salesiani hanno elaborato un piano educativo che prevede 100 ore di insegnamento di lingua italiana, 20 ore di sicurezza sul lavoro e di elementi di base del diritto del lavoro italiano e 30 di professionalizzanti.  In Marocco, invece, la formazione è più approfondita e articolata. Nel centro salesiano di Kenitra, oltre alle lezioni di italiano, si formano elettricisti, tecnici per impianti solari e operatori nel settore delle energie rinnovabili, in grado di occuparsi della manutenzione degli impianti. Attualmente, in Tunisia sono previsti cinque corsi da venti allievi ciascuno di età tra i 18 e i 30 anni, mentre in Marocco si formano 75 persone per ogni corso, della stessa età.

I salesiani collaborano con imprese italiane, ma il loro impegno ha anche un impatto locale. “Il Piano Mattei - sottolinea don Domenico - offre competenze a chi desidera emigrare legalmente, ma anche a chi sceglie di rimanere nel proprio Paese. Il nostro obiettivo è dare ai giovani una prospettiva e un futuro migliore, sia all’estero sia in patria”.

Questa iniziativa ha inoltre un importante risvolto sul piano del dialogo interreligioso. “Indubbiamente, questi corsi favoriscono la fraternità - conclude don Domenico -. Ci muoviamo nella linea tracciata da papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti, ovvero la costruzione di ponti e di occasioni di incontro e collaborazione tra persone di religioni diverse. Si tratta di creare un bene comune condiviso. In un mondo segnato da tanti conflitti, queste iniziative generano pace e speranza. Siamo nell'anno del Giubileo della Speranza e questa ne è una delle applicazioni più concrete”.

 

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Africa: imprenditori immigrati, un motore solido di crescita

Roma, 20 mar. – L’imprenditoria immigrata, Africa in testa, si conferma un pilastro dinamico dell’economia italiana. Lo evidenzia il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2024, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con Cna, e presentato oggi a Roma presso la Sala conferenze David Sassoli di Esperienza Europa.

Secondo il rapporto, nel 2024 le imprese guidate da immigrati in Italia hanno raggiunto quota 659.709, registrando una crescita del 32,7% negli ultimi dieci anni. Questo dato è particolarmente significativo se confrontato con l’andamento generale dell’imprenditoria italiana, che nello stesso periodo ha subito un calo dell’1,7%​.

La maggior parte delle imprese immigrate (73%) continua a essere costituita da ditte individuali, ma si osserva un’evoluzione strutturale importante: le società di capitale sono aumentate del 160% nell’ultimo decennio, segnalando una crescente solidità finanziaria e competitività​.

L'imprenditoria immigrata ha poi saputo diversificarsi oltre i settori tradizionali del commercio e dell’edilizia. Tra il 2013 e il 2023, si sono registrati forti incrementi nei settori dell’alloggio e ristorazione (+57,6%), dei servizi alla persona (+101,6%), delle attività scientifiche e tecniche (+56%) e della sanità e assistenza sociale (+77,6%).

Se Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto restano le regioni con il maggior numero di imprese immigrate, il Mezzogiorno si distingue per un’accelerazione del fenomeno. In particolare, tra il 2013 e il 2023, la crescita dell’imprenditoria immigrata è stata del 72,8% in Campania e del 33,8% in Puglia. Roma e Milano continuano a essere i poli principali, ma Napoli e Caserta emergono come nuovi centri imprenditoriali di rilievo​.

Uno dei dati più rilevanti del Rapporto 2024 riguarda la crescita delle imprese guidate da donne immigrate, aumentate del 37,8% negli ultimi dieci anni. Un trend che spicca se paragonato al calo del 7,3% registrato per le imprese femminili italiane nello stesso arco di tempo.

I titolari di imprese immigrate provengono da una vasta gamma di Paesi, ma c'è il continente africano in cima alla classifica: la prima nazionalità rappresentata nel 2024 per quanto riguarda le imprese individuali resta il Marocco, seguito dalla Romania, e dalla Cina. Parallelamente, però, stanno emergendo nuovi attori. Le comunità di Pakistan (+130,7%), Bangladesh (+47,3%) ed Egitto (+40%) sono quelle che registrano gli incrementi più rilevanti.

In un contesto di crisi demografica e sfide globali, il rapporto conferma come l’imprenditoria migrante non solo resista alle difficoltà, ma contribuisca attivamente all’innovazione e alla crescita economica dell’Italia. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Senegal: istituto italiano Dakar, due mostre per giornata donne

Dakar, 06 mar. – In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, l'8 marzo, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) presenta a Dakar l’evento "Oser, Changer" in collaborazione con il fondo delle Nazioni unite per le popolazioni (Unfpa) presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dakar. In occasione dell’evento, previsto dalle 17, saranno inaugurate due mostre fotografiche. La prima, intitolata "Nyama, à côté de l’ame" curata da Michele Cattani e Nicolas Remené con opere di Hawa Sissoko, Amadou Guindo, Fatoumata Yossi, Jerome Arama, Oumou Keita, Houda Gourba. L'altra esposizione, di Gaia Squarci, è intitolata "Red Dust and Women's Fights".

Le mostre saranno aperte dal 10 al 31 marzo 2025 presso l'Istituto Italiano di Cultura di Dakar.

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Etiopia: accordi Politecnico Torino con Addis Abeba University

Addis Abeba, 27 feb. – Il rettore del Politecnico di Torino (Polito), Stefano Corgnati, ha firmato un accordo nella capitale etiope Addis Abeba con Samuel Kifle Kidane, presidente della Addis Abeba University. Obiettivo dell'intesa, riferisce un comunicato del Polito, è incentivare la mobilità di studenti e ricercatori, nonché sinergie di ricerca sui temi della gestione delle risorse idriche ed energetiche.

La visita di Corgnati ad Addis Abeba è stata sostenuta dall’Ambasciata di Italia in Etiopia. Con la sua delegazione, Corgnati ha incontrato l’ambasciatore Agostino Palese e l'addetta scientifica Laura Pacifici, oltre a Michele Morana, titolare della sede di Addis Abeba dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) che ha finanziato il progetto di recupero del Museo nazionale Etnografico.

Il programma della missione prevede infine incontri con l'Unione Africana, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Istituto Italiano Statale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Kenya: tutto esaurito per il Festival dei media africani

Nairobi, 26 feb. – Tutto esaurito per il Festival dei media africani, che ha preso il via oggi a Nairobi presso il Museo Nazionale del Kenya. Giunto alla sua terza edizione, l'evento riunisce professionisti dei media, narratori e innovatori da tutto il continente per esplorare le sfide e le opportunità del settore. Il tema di quest'anno, "Colmare le distanze, connettere i futuri dei media", mira a favorire una maggiore collaborazione e rappresentanza nei media africani, incoraggiando al contempo creatività e innovazione.

L'evento, che nelle precedenti edizioni ha visto la partecipazione di oltre 1.300 persone e 120 relatori, si articola in una serie di sessioni, tra cui presentazioni brevi e incisive, workshop interattivi, discussioni aperte e dimostrazioni di tecnologie innovative. Sono previsti anche concerti serali con esibizioni a sorpresa, per unire momenti di intrattenimento e opportunità di networking.

Gli organizzatori hanno sottolineato l’importanza del Festival nel dare visibilità a chi opera dietro le quinte del panorama mediatico africano e contribuisce a ridefinirne la narrazione. Oltre all'evento principale, il Festival dei Media Africani punta a rafforzare l'ecosistema dell'informazione attraverso attività durante tutto l’anno, tra cui forum regionali, workshop e discussioni online. Il programma degli Ambasciatori AMF coinvolgerà figure influenti di diversi Paesi africani per amplificare il messaggio del festival.

Gli organizzatori ribadiscono che l’evento rappresenta più di un semplice incontro professionale: è un'opportunità per costruire una comunità in grado di influenzare le narrazioni sul continente. Con un’attenzione particolare alla rappresentanza dei media indipendenti e delle comunità meno visibili, il festival vuole favorire un confronto aperto tra realtà diverse, ponendo le basi per un settore più inclusivo e connesso a livello regionale e internazionale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Etiopia: Unicef lavora per migliorare registrazione nascite

Addis Abeba, 13 feb. – Funzionari del Programma nazionale di identità dell'Etiopia (Nidp), dei Servizi per l'immigrazione e la cittadinanza (Ics) e dell'Unicef hanno discusso strategie per potenziare la registrazione delle nascite e l'identità digitale nel Paese. L'obiettivo è garantire che tutti i bambini e le loro famiglie abbiano accesso a servizi essenziali come sanità, istruzione e protezione sociale.

Durante l'incontro, i rappresentanti hanno sottolineato l'importanza della registrazione delle nascite come fondamento dell'identità legale, necessaria per opportunità, protezione e inclusione. L'Unicef ha ribadito il suo impegno a sostenere l'Etiopia in questo processo, in linea con il protocollo d'intesa firmato con il Nidp nell'ottobre 2023.

Il progetto di identità digitale Fayda, finanziato dalla Banca mondiale, mira a registrare 90 milioni di etiopi entro il 2030. Finora, oltre 12,2 milioni di persone hanno ricevuto l'Id digitale a 12 cifre, sempre più richiesto per accedere a servizi pubblici e privati.

Per promuovere l'adozione dell'Id Fayda, il Nidp ha organizzato il forum "Fayda per l'Etiopia", coinvolgendo 25 enti governativi e privati. Rahel Yitbarek, vice coordinatrice del Nidp, ha evidenziato come l'Id digitale sia cruciale per garantire i diritti dei cittadini e favorire la crescita economica, migliorando trasparenza ed efficienza nei servizi pubblici.

Nonostante i progressi, l'Unhcr ha espresso preoccupazione per la lentezza della registrazione delle nascite, ritenuta un ostacolo agli sforzi di inclusione digitale. Le autorità etiopi continuano a lavorare per superare queste sfide, con il supporto della comunità internazionale. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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