Johannesburg, 24 nov. – Il vertice dei leader del Group of Twenty (G20), svoltosi a Johannesburg il 22 e 23 novembre sotto la presidenza sudafricana, si è concluso con l’adozione di una dichiarazione che invita a rafforzare il multilateralismo e a promuovere una governance globale più equa, nonostante il boicottaggio degli Stati Uniti. Lo ha reso noto il ministero sudafricano delle Relazioni internazionali e Cooperazione, confermando la piena approvazione del documento da parte dei membri presenti.
La dichiarazione finale, intitolata “G20 South Africa Summit: Leaders’ Declaration” e composta da 122 paragrafi, affronta in modo esteso le principali sfide economiche e geopolitiche del momento. Il ministro delle Relazioni internazionali, Ronald Lamola, ha definito il testo “un risultato progressivo che rivoluzionerà il modo in cui il Sud globale partecipa e opera nell’economia mondiale”, sottolineando che la presidenza africana del foro ha voluto imprimere un’impronta orientata all’inclusione e alla riforma delle istituzioni globali.
Secondo quanto riportato nel documento pubblicato sul sito del G20, i leader hanno riconosciuto l’urgenza di sostenere i Paesi in via di sviluppo nell’affrontare gli effetti dell’instabilità alimentare, del cambiamento climatico e dell’aumento del debito. La dichiarazione richiama la necessità di rafforzare la sicurezza alimentare globale, sostenere le filiere agricole locali più esposte e migliorare la resilienza agli shock dei prezzi, considerati una delle vulnerabilità più acute per numerosi Paesi del Sud del mondo. Sul fronte finanziario, il vertice conferma l’impegno a migliorare i meccanismi internazionali di gestione del debito e a promuovere un approccio più equo verso i Paesi a basso e medio reddito, riconoscendo che molte economie emergenti affrontano livelli di indebitamento che limitano investimenti pubblici essenziali.
Ampio spazio è dedicato anche alla transizione energetica. Nella dichiarazione ufficiale, i membri del G20 ribadiscono la necessità di aumentare i finanziamenti per le energie rinnovabili e per una “giusta transizione”, con particolare attenzione alle economie più esposte agli effetti della crisi climatica. Il vertice riconosce inoltre il ruolo centrale dell’Africa nelle future catene del valore dell’energia pulita, riaffermando l’importanza di sostenere investimenti in infrastrutture verdi e tecnologie a basse emissioni.
La presidenza sudafricana ha messo al centro anche il tema della riforma delle istituzioni multilaterali, sostenendo che la governance globale deve riflettere meglio la composizione del mondo contemporaneo e garantire una rappresentanza più adeguata al Sud globale. La dichiarazione finale insiste sulla necessità di rafforzare il multilateralismo in un contesto segnato da crescenti tensioni geopolitiche, affermando che “il mondo affronta sfide complesse che richiedono risposte collettive e coordinate”.
Gli Stati Uniti, che avevano annunciato di non partecipare al vertice, hanno reso noto che non riconosceranno alcun documento presentato come consenso del G20 senza il loro esplicito assenso. Secondo la South African G20 sous-sherpa Xolisa Mabhongo — il vice-rappresentante del presidente incaricato di coordinare i lavori tecnici del vertice — Washington aveva inviato una comunicazione ufficiale chiedendo che le conclusioni fossero ridotte a un semplice “chair’s statement”, vale a dire un documento redatto esclusivamente dal Paese che presiede il summit quando non esiste un consenso unanime tra i membri e che, a differenza di una dichiarazione finale, non riflette una posizione collettiva del G20. Il portavoce del ministero sudafricano, Chrispin Phiri, ha replicato che l’assenza degli Stati Uniti “non conferisce loro alcun potere sulle conclusioni del G20”, aggiungendo che Pretoria “non si farà intimidire” e che la “coercizione per assenza” non può essere riconosciuta come strumento negoziale.
Nel corso della conferenza stampa finale, il portavoce della presidenza sudafricana, Vincent Magwenya, ha dichiarato che “il semplice fatto che abbiamo una dichiarazione concordata dimostra che il mondo abbraccia il multilateralismo, la cooperazione e la collaborazione”, mentre Lamola ha definito l’esito del vertice come una conferma del ruolo crescente del continente africano nelle dinamiche globali.
Secondo l’esperto Frank Lekaba della Wits School of Governance, citato dall’agenzia di stampa Xinhua, l’adozione della dichiarazione rappresenta “una vittoria per l’Africa” e “ribadisce la centralità del G20 e della presidenza sudafricana”. Il Sudafrica, primo Paese del continente a guidare il gruppo, ha assunto la presidenza il 1° dicembre 2024.
La tensione diplomatica tra Pretoria e Washington si è riaccesa anche in vista del passaggio di consegne della presidenza del G20, previsto per il 1° dicembre 2025, quando gli Stati Uniti dovrebbero assumere la guida del foro. La Casa Bianca ha comunicato che alla cerimonia interverrà solo un inviato, ma Magwenya ha dichiarato che il presidente Cyril Ramaphosa “non consegnerà la presidenza a un funzionario di basso livello”, giudicando la scelta americana “una violazione del protocollo”. Lamola ha aggiunto che gli Stati Uniti dovranno ritirare la presidenza “direttamente dagli uffici del ministero”, affermando che “nessuno ruberà la scena: il continente africano ha dimostrato la propria centralità”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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