Addis Abeba, 24 dic. – L’Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) e il Gef (Global Environment Facility) hanno annunciato un nuovo pacchetto di investimenti da oltre 124,5 milioni di dollari destinato a Eritrea, Malawi e Kiribati, finalizzato a rafforzare la resilienza climatica delle comunità rurali. Il finanziamento, formalizzato durante il 70° Consiglio del Gef, comprende 44,5 milioni di dollari stanziati dal fondo ambientale e oltre 80 milioni di dollari di cofinanziamenti, di cui 48,5 milioni provenienti direttamente dall’Ifad.
L’iniziativa mira a sostenere progetti innovativi basati sul ripristino degli ecosistemi e sulla partecipazione diretta delle comunità locali, considerate motori della transizione verso le cosiddette “economie blu-verdi”. Juan Carlos Mendoza Casadiegos, direttore della divisione Ambiente e clima dell’Ifad, ha sottolineato che questi investimenti consentono ai piccoli agricoltori e alle popolazioni insulari di proteggere la biodiversità, creando al contempo nuove opportunità economiche inclusive.
Nell’ambito di questo pacchetto, l’Eritrea riceverà un investimento di circa 32 milioni di dollari per il progetto di “Ripristino degli ecosistemi marini e costieri su base comunitaria”. Il programma integra mezzi di sussistenza legati alla pesca e sensibili alla nutrizione all’interno del piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. L’obiettivo principale è il recupero di 3.500 ettari di mangrovie degradate, con l’ambizione di aumentare del 20% la resilienza climatica della regione. Il progetto adotta un modello innovativo che coinvolge 21.320 famiglie nel ruolo di custodi diretti dei propri habitat marini, garantendo una gestione sostenibile e duratura delle risorse costiere.
Parallelamente all’impegno costiero in Eritrea, l’investimento in Malawi si concentra sulla rigenerazione degli ecosistemi terrestri e sul rafforzamento della capacità di adattamento dei piccoli agricoltori dell’entroterra. Il progetto punta a contrastare il degrado del suolo e a promuovere pratiche agricole resilienti ai frequenti shock climatici della regione, assicurando che le comunità rurali possano mantenere i propri mezzi di sussistenza anche di fronte a siccità o precipitazioni estreme.
Il successo di queste operazioni si basa sulla sinergia tra due istituzioni chiave della cooperazione internazionale. L’Ifad è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite e un’istituzione finanziaria internazionale con sede a Roma, il cui mandato è esclusivamente focalizzato sulle popolazioni rurali dei Paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di eliminare povertà e fame. Il Gef, invece, è il principale fondo mondiale dedicato alla protezione dell’ambiente globale e funge da meccanismo finanziario per le principali convenzioni internazionali sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici.
Eritrea e Malawi si aggiungono a una lista crescente di Paesi africani che hanno già sottoscritto accordi analoghi con il binomio Ifad-Gef per progetti di adattamento climatico. In Africa occidentale, nazioni come Senegal e Mali beneficiano da tempo di fondi legati alla Grande Muraglia Verde per il ripristino delle terre aride. Nell’Africa orientale, il Kenya ha attivato programmi per la gestione resiliente delle risorse idriche, mentre il Mozambico ha siglato intese specifiche per la protezione delle aree costiere soggette a cicloni. Anche Etiopia e Tanzania operano nell’ambito di protocolli di cooperazione che integrano sicurezza alimentare e recupero dei bacini idrografici, confermando un trend continentale di investimenti mirati a trasformare la gestione degli ecosistemi in uno strumento di difesa contro gli shock climatici. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]
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